Turismo

STEMMA

D’azzurro alla capanna d’oro fondata su una campagna di verde, sostenente una colomba d’argento; il tutto accompagnato in capo da tre stelle d’oro a sei raggi, posteuna , due.
Lo stemma di Benna è quello che in araldica si definisce una “arma parlante”, ovvero uno scudo su cui è rappresentato un soggetto che corrisponde al nome del titolare dello stemma. In questo caso si tratta della capanna, che in piemontese si traduce benna.
Lo stemma fu concesso per la prima volta, pressoché nella forma attuale, nel 1689 (solo le stelle erano – araldicamente – “male ordinate”). Fu concesso una seconda volta nel 1931, abolendo però la colomba, forse troppo pacifica per il ventennio.
Dopo la guerra fu in uso uno stemma ed un gonfalone su cui, al posto della colomba,
sulla capanna c’era un merlo nero (forse una gogliardata?). Nel 1992 fu ripristinato, con nuovo conferimento ufficiale, il blasone nelle sue caratteristiche originarie.
 

ORIGINE DEL NOME
Tradizionalmente si fa derivare il toponimo dalla voce celtica benna per “specie di cesta, casipola, capanna di paglia”, a significare quindi le origini contadine ed umili dell’insediamento.
Esistono però anche differenti interpretazioni che fanno derivare il termine dall’epoca romana (Il Forcellini riporta un Bagiena, Baiena col valore di: “Gens romana…fortasse a Bagiennorum populo dicta”. Documentariamente il nome è attestato con lievi modifiche: Bagena (nel 1136), Beyna (1140), Baina (1171), Bagna (1192), Bena (1300).

EPOCA DI FONDAZIONE
Non esistono date certe, e le origini del luogo abitato si perdono nella notte dei tempi.
Di certo Benna esisteva già all’alba del secondo millennio, essendo compresa in un diploma dell’imperatore Ottone III, del 7 maggio 999.

ISTITUZIONE DEL COMUNE
La prima citazione della Comunità à quella riferita all’atto di dedizione ai Savoia, compiuto il 21 settembre 1404.

ABITANTI AD INIZIO SECOLO
Dato non disponibile.

ABITANTI AL 1999
Millecentosessanta al 31 dicembre 1999.

SUPERFICIE TERRITORIALE E ALTITUDINE
La superficie del Comune è di Kmq. 9.2; e il centro si trova ad un’altitudine di 277 s.l.m.
Tradizionalmente il comune è diviso nelle frazioni di Cimavilla (a Nord) e Fondovilla(a Sud), a separarle è il corso del rio Roggiona, che taglia il centro abitato da Ovest ad Est.

STORIA
Il primo riferimento storico è un diploma di Ottone III, sovrano del Sacro Romano Impero, del 999; col quale il vescovo di Vercelli Leone riceveva il titolo di conte sui territori di Vercelli e Santhià, ivi compresi i borghi esistenti, fra cui Benna.
Sono, quelli dell’XI secolo, gli anni in cui a Benna sorge (oltre alla parrocchiale dedicata a San Pietro Apostolo) una chiesa ed un priorato benedettino, dipendente direttamente da Cluny, intitolata a San Giovanni Evangelista. Contestualmente si sviluppa il castello.
Il controllo di Benna, nel corso dei secoli passa a varie famiglie. Talvolta il feudo bennese è assegnato ad un solo titolare, talaltra la signoria assume le forme dell’infeudazione consortile, con più titolari di proprietà e diritti feudali.
Nel 1155 Federico Barbarossa concede il luogo a Giovanni e Bonifacio di Biandrate. Nel XIII secolo su Benna si intrecciano attribuzioni di diritti assegnati ad uno dei rami della famiglia Avogadro ed ai marchesi di Benna.
La presenza degli Avogadro fa nascere un ramo di questa famiglia con il predicato “di Benna”, la cui prima attestazione risale al 1365.
Le guerre fra i Savoia e i Visconti coinvolgono il Biellese, e Benna subisce gravi distruzioni e lutti nel corso di un’incursione dei mercenari guidati da Facino Cane, al soldo di Milano: è il 1402. Due anni dopo gli Avogadro di Benna, prima, e la comunità successivamente, faranno atto di sottomissione ai Savoia, fors’anche per ottenere maggiore protezione in caso di conflitto. L’entità delle perdite e dei danni subiti dal paese durante il sacco del 1402 è testimoniato ancora cinque anni più tardi, con provvedimenti di esonero dal pagamento della tassa di focatico.
Nel 1479, Sebastiano, dell’importante famiglia dei Ferrero, riceve l’investitura feudale di Benna. Il legame fra Benna ed i Ferrero (in seguito Ferrero Fieschi, Principi di Masserano), durerà sino all’estinzione del casato, e si svolgerà attraverso una serie di alti e bassi, con i rappresentanti della comunità spesso intenti a difendere gli interessi delle famiglie contro le velleità dei principi. Frequenti furono le liti e gli arbitrati per sanarle. Anche sulle nomine dei parroci di San Pietro si ebbero scontri.
Esistendo un diritto di patronato sulla parrocchia che veniva esercitato alternativamente dalla Comunità e dal Principe, nel 1642 si giunse persino all’assassinio del parroco eletto dal comune: ferito mortalmente a pistolettate sul sagrato della chiesa la mattina del giorno dell’insediamento. Ne seguì una lunga litecomposta solo quarantatre anni dopo, con la trascrizione in un documento ufficiale di questo antico diritto consuetudinario.
Sotto i Ferrero Fieschi Benna vide profonde trasformazioni ai principali complessi edificati. Venne ricostruita la chiesa parrocchiale romanica, che assunse fattezze rinascimentali; ed anche il castello venne trasformato, gradualmente, da baluardo militare in dimora signorile di campagna. Committenti di importanti monumenti nella città di Biella (chiesa e chiostro di San Sebastiano, ai piedi del Piazzo), i Ferrero coinvolsero anche il loro feudo nel programma edilizio, creando un comune denominatore artistico fra le memorie architettoniche di Benna e quelle della città.
Sempre sotto la signoria dei Ferrero Fieschi si sarebbe realizzato anche a Benna un ricetto la cui memoria, seppure non più viva, è però conservata sia in documenti che lo citano, sia dalla struttura a piccole cellule abitative tuttora presente in uno dei quartieri del centro abitato.
Fra il 1647 ed il 1650, nel contesto della guerra civile tra “madamisti” e “principisti”, il borgo conosce ancora una volta saccheggi e distruzioni, da parte dell’esercito spagnolo.
Col XVIII secolo anche Benna entra in epoche di maggior sicurezza immediata. Cominciano decenni di pacifica crescita economica, con progressi che riguardano dapprincipio l’agricoltura, per la quale si migliorano le prospettive realizzando sistemi di irrigazione che sopperiscano alle carenze dei ruscelli locali: è di questo secolo lo scavo del canale detto “della Marchesa”, che dal torrente Cervo in territorio di Candelo (sempre feudo dei Ferrero Fieschi) porta una costante risorsa d’acqua a Benna ed ai comuni più a valle.L’epoca della dominazione napoleonica reca come ricordo un breve periodo in cui il
paese fu unificato al contermine Verrone, per formare il comune di Benna-Verrone, che non supererà, comunque, la Restaurazione.
La fine del XIX secolo porta il paese ad essere interessato dal tracciato della tramvia Vercelli-Biella, mentre il XX secolo e i nuovi assi stradali porteranno anche a Benna lo sviluppo della manifattura tessile, senza però fare mai perdere del tutto il legame col mondo agricolo.

Data ultima modifica: 29 Settembre 2021